23/06/2025
Derivata dalla 910 ma con una carrozzeria aerodinamica tutta nuova, la coupé a coda lunga coglie una storica tripletta a Daytona 1968
Read moreAlla metà degli anni ‘60, poco prima di impegnarsi nella classe 3 litri con la 908 e puntare alla vittoria assoluta nel Mondiale Sportprototipi, Porsche lavora sui modelli che le garantiscono l’egemonia nella categoria fino a 2 litri. Nel 1967, quando debutta la 910 con motore a otto cilindri, la Casa tedesca sta già sviluppando una variante con aerodinamica ottimizzata per gare specifiche come la 24 Ore di Le Mans, che prende il nome di 907. Questa vettura ha unaa configurazione a coda lunga, nota come L o LH (“Langheck”), ma poco dopo arriva anche la variante K a coda corta, più utilizzata. La “coda lunga” corre fino al 1968, anno in cui regala a Porsche un successo storico alla 24 Ore di Daytona.
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La 907LH debutta sulla pista di Le Mans nei test ufficiali dell’aprile 1967, con due prototipi guidati dai piloti Gerhard Mitter, Herbert Linge e Huschke von Hanstein. Le vetture ottengono il ventesimo e ventottesimo tempo, mostrando tuttavia una stabilità non ancora ottimale. Quelle che si presentano due mesi dopo per la gara hanno quindi già subito modifiche, tra cui uno spoiler e una coppia di convogliatori a fine coda. Una delle due 907, quella guidata da Mitter e da Jochen Rindt, deve arrendersi dopo poco più di 100 giri per un problema a uno degli alberi a camme. L’altra viene invece portata da Jo Siffert e Hans Herrmann al quinto posto assoluto e alla vittoria nella classe Prototipi fino a 2 litri, imponendosi anche nella classifica dell’Index of Performance e giungendo seconda in quella dell’Index of Thermal Efficiency, a conferma di un notevole equilibrio tra potenza, peso e aerodinamica.
Le due Porsche 907LH del team ufficiale Porsche, con i numeri 40 e 41, inseguono la Ferrari 365P2 del team N.A.R.T. sulla curva delle Tertre Rouge alla 24 Ore di Le Mans del 1967.© IXO Collections SAS - Tous droits réservés.
La parata trionfale delle Porsche 907LH che hanno appena conquistato i tre gradini del podio alla 24 Ore di Daytona del 1968. La vincente è la n. 54, condotta a turno da ben cinque piloti.© IXO Collections SAS - Tous droits réservés.
Nel luglio del 1967 Porsche sostituisce il sei cilindri 901 con l’otto cilindri da 2,2 litri tipo 771, ormai collaudato e sufficientemente affidabile anche per gare di lunga durata. Lo inaugura conquistando il quarto posto alla 6 Ore di Brands Hatch con Hans Herrmann e Jochen Neerpasch, dodicesimi in qualifica. A febbraio del 1968 la squadra ufficiale, nel frattempo ribattezzata Porsche Works Team, presenta alla 24 Ore di Daytona quattro vetture nuove con numeri di gara da 51 a 54, mentre quella piazzatasi a Le Mans l’anno prima viene affidata alla scuderia svizzera Tartaruga con il n. 55. Per le vetture ufficiali, la gara è esaltante: la griglia di partenza vede il quartetto piazzato tra la terza e la sesta posizione, ma la corsa dice altro: una sola vettura si ritira per incidente, la n. 53 di Gerhard Mitter e Rolf Stommelen, mentre le altre tre conquistano tutti i gradini del podio. Stommelen riesce ad aggregarsi al team dell’auto vincente, la n. 54, insieme a Vic Elford e Jochen Neerpasch. In realtà, su quella 907 si alternano per alcuni turni anche Jo Siffert e Hans Hermann, “titolari” della n. 52 che si piazza seconda, mentre al terzo posto arriva la n. 51 di Jo Schlesser e Joe Buzzetta. Dopo Daytona, le 907LH ottengono ancora un secondo posto alla 1.000 km di Monza con Stommelen e Neerpasch e un secondo con vittoria nella classe fino a 3 litri a Le Mans, stavolta per merito del team Tartaruga.
[A DAYTONA PORSCHE ottiene LA PRIMA VITTORIA IN UNA 24 ORE]
Il palmarès della 907 è naturalmente più nutrito se si tiene conto delle vittorie conquistate dalla variante a coda corta (come quelle alla 12 Ore di Sebring e alla Targa Florio, sempre nel 1968), che continua
a correre fino ai primi anni ’70.
Ancora un’immagine dei festeggiamenti dopo la tripletta ottenuta dalle Porsche 907LH alla 24 Ore di Daytona del 1968.© IXO Collections SAS - Tous droits réservés.
La Porsche 907LH del team svizzero Tartaruga a Le Mans nel 1968: partita come riserva, la vettura conquista il secondo posto e la vittoria di classe prototipi fino a 3 litri con Steinemann e Spoerry.© IXO Collections SAS - Tous droits réservés.
Tra i piloti che hanno partecipato al successo della Porsche 907LH n. 54 alla 24 Ore di Daytona del 1968, quelli effettivamente “titolari” sarebbero appena due: l’inglese Vic Elford e il tedesco Jochen Neerpasch.Elford è il nome più celebre e proprio in quell’anno vive una stagione magica, costellata dai trionfinel rally di Montecarlo su Porsche 911, nella Targa Florio in coppia con Umberto Maglioli (sempre su Porsche 907) e nella 1.000 km del Nürburgring. A fine carriera potrà vantare anche due vittorie di classe a Le Mans: nel 1967 su Porsche 906 e nel 1973 a bordo di una Ferrari Daytona.
Per Jochen Neerpasch, classe 1939, Daytona 1968 rappresenta invece il più grande e, sostanzialmente, l’unico successo, anche se a fargli compagnia ci sono diversi altri piazzamenti nelle stagioni 1967-68, tra cui due secondi posti di classe consecutivi a Le Mans – quello del 1968 coincide anche con un terzo assoluto – due secondi posti alla Targa Florio e, sempre nel 1968, un secondo alla 12 Ore di Sebring.
Sopra, i cinque piloti che si sono avvicendati sulla 907LH vincitrice alla 24 Ore di Daytona del 1968: in primo piano, da sinistra, Vic Elford e Hans Herrmann; dietro, Jochen Neerpasch, Jo Siffert e Rolf Stommelen. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés.
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